venerdì 16 ottobre 2009

Ma come siamo abituati male?!


Immaginate di essere Geppo, un contadino vissuto nella sua piccola comunità chiesa e circolo ARCI al quale un giorno incombe la voglia di allontanarsi dal paesello e farsi un giorno di turismo nella città di Firenze.
Di prima mattina prende la macchina potente intenzionato a percorrere per la prima volta la famosa autostrada; si immette nell'A11 senza stupirsi eccessivamente dell'obbligo del pedaggio; passato Prato Ovest si imbatte in un cartello elettronico su cui scritto “RALLENTAMENTI PRATO EST-FIRENZE PERETOLA”. Da buon ignorante pensa 'Vorrà dire che andrò più piano. Tanto sono in vacanza'. Prima, seconda, prima, seconda, prima, prima... 10 km di alti e bassi... Logica soddisfatti o rimborsati? No! Il pedaggio si paga...e via 1,60 €.
Geppo si stupisce, ma va avanti.
Arriva a Firenze e ha un lampo di genio: 'Non ci provo nemmeno ad entrare in centro con la macchina...la parcheggio in periferia e prendo l'autobus!'.
Vede uno spazio delimitato da strisce colorate ed accosta... Soddisfatto e ben speranzoso esce e nel mentre che indossa il soprabito un vigile gli viene incontro. L'ufficiale si avvicina alla macchina, gli guarda il cruscotto dal parabrezza e con voce inquisitoria gli chiede “Senta un po', dove l'ha il permesso per residenti?!” ,
“IKké?” gli domanda Geppo,
“Il permesso per parcheggiare in questo parcheggio. Un lo vede che è delimitato da strisce bianche”,
“ un ce l'ho. Ikké devo fa'? Un lo sapeo miha che un si potea parcheggiare 'ua”.
“Allora guardi, la metta da quell'altro lato. Lì dove ci sono le strisce blu e paghi il parchimetro alla macchinetta. Ma alla svelta sennò le faccio la contravvenzione!”.
Geppo dispiaciuto ma consenziente si appresta a parcheggiare dove ordinato riflettendo su quanto siano severi i vigili a Firenze. 'Eppure ho sempre pensato che fossero un po' scemi. Hai un figliolo scemo...fallo vigile si dice'ha...vigile una sega...qui gli scemi siam noi a farci comandà. Fammi andare a parcheggiare, và...che son in vacanza”.
Geppo inizia a scrutare il parchimetro e legge: 1€ la prima ora, 1,50€ dalla seconda ora e inizia a contare “Allora, è mezzogiorno...fino all'una sono un euro, fino alle due sono 2 euri e 50, fino alle 3 son quattr'euri, ma bada se mi tocca fa la matematiha per paga il parcheggio...le cinque son 5 e 50...dio bono 'uanto hosta...le sei son 7 euri, le 8 son 8 e 50! Ma un ce l'ho mia tutti 'sti spiccioli... Mi tocca andarli a cambiare. E in do vò? Veloce, tra l'altro, che quell'altro mi guarda”. Guardandosi intorno vede un giornalaio e a passo svelto si approssima a cambiare i soldi. “Torno subito, eh!!! Vado a cambià i soldi...” sbraita al vigile, occupato nel frattempo a scrivere un fior fiore di verbale ad un'altra macchina parcheggiata.
'E ora? Un n'ho mai comprato un giornale in vita mia...l'ho sempre letto a i barre. Letto, quasi...sfogliato, ecco!', “La gazzetta dello sport perfavore” porgendo all'edicolante una banconota da 20 euro.
“Mi dà gli spiccioli per cortesia che c'ho da pagare il parcheggio”. L'edicolante lo guarda un po' storto ma pazientemente gli fornisce una manciata di monete di piccolo e medio taglio e una banconota da dieci euro.
E così il parcheggio fu.
L'autobus, dove comprare il biglietto?
“Senta scusi, agente...dove lo hompro il biglietto dell'autobusse?” Il vigile alza un dito ed indica il giornalaio.
'Bada che figura di merda...' pensò...
“Un biglietto dell'autobus, perfavore” disse avanzando timidamente una banconota da dieci euro...
“1 euro e 20!”
“ Non ho spiccioli mi dispiace”
“ma se le ho fatto il resto prima!!” obietta il giornalaio,
“Sì, ma c'ho pagato il parcheggio!” e così dicendo l'edicolante ancora più infastidito gli fornisce il biglietto.
“Senta, sa mica quale autobus devo prendere per andare a Piazzale Michelangelo?”
“Ma per chi mi ha preso per un controllore?”
E così Geppo si ammutolì andandosene con la coda fra le gambe.
Un'ora e venti di percorso in piedi! 35 minuti sulla linea 57, 15 minuti per aspettare la coincidenza e 30 minuti di linea 13. Geppo, ovviamente, non sapendo dove stesse andando stava in piedi, al centro dell'automezzo, aspettando che Elvira, una signora 70enne, lo informasse dove scendere.
“C'ha ancora 2 fermate, ma vedesse che bello da lassù!!”
“ Speriamo, signora” gli ripeteva sovente.
Scende la signora e si scambia con un uomo che indossa una giacca blu, una cartellina e una borsa a tracolla. “Biglietto, prego” sente dire Geppo. Preso da uno scatto di ansia si agita rufolandosi in tasca ed estrae il biglietto assicurandosi repentinamente che fosse vidimato.
All'arrivo dell'ufficiale lo consegna fieramente. “Guardi, signore, che questo biglietto è scaduto” osserva il controllore.
“Come scaduto?!!! L'ho comprato stamattina! L'edicolante!!!! Quel figlio di troia...”,
“No guardi, non ha capito. E' scaduto perché è passata più di un'ora da quando l'ha vidimato. Sono biglietti da 60 minuti a corsa, questi”.
Geppo, impallidito, supplicando clemenza si appella al fatto che sarebbe sceso alla prossima fermata.
“Va bene, chiudiamo un occhio. Ma si ricordi la prossima volta di comprarne due, ok?”,
“ Ne timbro dieci, uno per fermata!” ironizza Geppo con gaudio.
'Che bello il piazzale!!' pensa Geppo ammirando il panorama a ridosso del muretto di pietra e cemento. Sono quasi le una e mezza del pomeriggio, tira un filo di vento fresco autunnale affiancato da un soffice sole rigenerante. Geppo da buon contadino, tira fuori il suo panino con la mortadella portatosi da casa, ma lascia la bottiglietta d'acqua nello zaino. 'Eh no! - pensa – Qui ci vuole un bel birrino'. Si guarda intorno e scorge uno spartano chioschetto adibito a punto di ristoro, sebbene sprovvisto di posti a sedere e tavolini.
“Una Peroni perpiacere”,
“3 euro e 50” risponde il negoziante.
'Orco giuda!', pensa Geppo, ma nel mentre il barista ha già stappato la birra e servita sul bancone...a Geppo non resta che pagare.
Finito il panino, Geppo, inizia a girare per bancarelle e tovaglie, ovvero siti di vendita ambulante messa in mostra su un lenzuolo per terra. Gira che ti rigira viene colpito da una borsa marcata, apparentemente, Louis Vitton distribuita da un cittadino senegalese, tale Omar. 'Sai che regalo sarebbe per la mia Gabriellina!' Pensa entusiasmato.
“Scusa, capo, quanto vuoi per quella?”domandò; il venditore non perse tempo, la raccoglie, la porge a Geppo per mostrargliela e con fare disinvolto dice: “facciamo 60 vai...”.
“No, no troppo. Non ti do più di 20” replica risoluto,
“quaranta dai!” risponde il vucumprà. Geppo non essendo abituato a negoziare, gira i tacchi e se ne va. Dopo due passi sente una voce proprio alle sue spalle,
“Amico, dove vai? Amico?!!”
Si impaurisce. Il senegalese ha raccolto i suoi beni facendo celermente un fagotto con il lenzuolo e gli è prossimo.
“Va bene, va bene 20, dai”dice il venditore mostrando rassegnazione. Geppo si ritrova in mano la borsa, è senza parole, ma ormai l'affare è stato concluso. Non gli resta che pagare...
La banconota azzurra è sparita dal suo portafoglio, ma ha la borsa desiderata. Tenta di aprirla facendo scorrere la cerniera, ma...si inceppa in una cucitura scadente che si impiglia fra le maglie. Geppo pensa: 'Ma che vuoi che sia?! È solo una cerniera'. Riponendola nello zaino, se ne va soddisfatto...ma la borsa è rimasta chiusa.
Gira, gira, gira...i lungarni, il mercato di San Lorenzo, piazza Santa Croce, il Duomo...e chi più ne ha più ne metta... Geppo si illude di aver imparato la meccanica del turista: camminare tanto e sedersi poco.
Sono quasi le 21 e 30 ed il nostro balzoso contadino inizia ad essere affamato e nei dintorni di piazza San Lorenzo vede una trattoria all'apparenza spartana e decide di fermarsi a cenare, pensando: 'Non può esser cara, serve a tavola una sola forchetta'.
“Buona sera signore. Dica pure?”,
“Allora, senta, io il menù non l'ho visto ma ho visto fhori la cosa...là la lavagna”,
“Sì signore sono i piatti del giorno” replica il cameriere.
“Ecco, appunto. Allora di primo, spaghetti alla harbonara; secondo rosbiffe con patate arrosto e per i' dolce...”,
“Vediamo dopo?” suggerisce il cameriere. Geppo annuì.
“Da bere?”,
“Mah...del vino...”,
“Le porto una bottiglia di rosso che sta bene con la carne...”,
“Sì ecco veda lei, magari delle nostre parti, ecco, perché il vino del sud è troppo forte e quello del nord è troppo caro...Sa barolo, barbera...troppi soldi, va bene?”,
“Benissimo signore”.
Geppo si era fatto un'idea di quanto avrebbe speso. Aveva visto sulla lavagna che gli spaghetti sarebbero costati 10 euro a porzione e la carne con contorno 15. 'Il vino quanto mai potrà costare?!! - si era detto – Gliel'ho detto che non voglio spende' troppo'.
Geppo è eccitatissimo dall'idea di quella cena, anche perché quel ristorante è pure dotato di televisione su cui viene trasmessa la partita di Champions League e di un'ottima schiacciatina che imbandisce la tavola. 'Bona! Schricchiolente come piace a me. Peccato sia finita. Ma un ne richiedo dell'altra sennò finisce che mi prendono per ingordo e fò brutta figura'.
Arriva il primo, arriva il roastbeef e tutto accompagnato da un ottimo vino. Morellino di Scansano annata 2006. Geppo, al terzo bicchiere non si pone più il problema di far bella figura e indossa il tovagliolo a mo di bavaglio inneggiando alla squadra di calcio vincente.
Sazio della cena non ordina il dolce ma si fa direttamente portare il caffè e chiede il conto. Si meraviglia del fatto che il conto venga portato in una cartellina chiusa, ma non perde tempo a vedere quanto gli è venuta a costare quella cena... “44 euro!! - esclama a gran voce – non è possibile! Si saranno sbagliati”. Meravigliato si accinge a leggere sottovoce: “diec'euro la harbonara, uindic'euro la harne, 1 euro il caffè, SEDICI EURO IL VINO e... DUE EURO DI COPERTO?! O icché i l'è il coperto?” Un po' alterato fa un gesto di richiamo al cameriere che timidamente si avvicina.
“Senta un po', lei, mi spiega cos'è sto 'coperto' che vedo scritto 'ua? Perché io posso capire che tu mi faccia spendere sedic'euro di vino ma a caso i soldi non li do...”,
“Signore il coperto è il servizio” risponde il cameriere in maniera imbarazzata. Continua: “Lei quando si siede paga il posto a sedere, il pane, il lavaggio della lavanderia, delle stoviglie nonché il servizio”. Geppo non capisce.
“Senta, cameriere, mi vuoi dire che in quei diec'euro di spaghetti non è compreso il lavaggio di codesto grembiule?!!!” ,
“Non so che dirle signore. Le chiamo il principale?”. Geppo negò, lasciò una banconota da 50 euro prendendosi soltanto 5 euro di resto e consegnando la moneta rimanente al cameriere dicendogli... “Bello mio, fuggi da questa manica di ladri. Dammi retta!!”
Sono le 23 e 45, Geppo è stanco, lontano da casa e dalla macchina. Si ricorda la via dove l'aveva parcheggiata, ma è troppo stanco per prendere l'autobus. Vede un taxi parcheggiato e si ripete 'Sono o non sono in vacanza?!!'.
Entrato nel taxi fa giusto in tempo ad annunciare la destinazione e poi crolla in un sonno profondo provocato sia dalla stanchezza che dal vino.
“Signore si svegli!”. È la voce del tassista.
“Ah sì, mi scusi. Quant'è?!”,
“Non si preoccupi, – replica gentilmente – sono 12 euro e 50 centesimi”,
'Cazzo, pensavo meno' riflette fra sé.
Geppo consegna 15 euro rifiutandosi di ricevere il resto, ringrazia e scende dal taxi, che riparte celermente.
La strada è praticamente deserta: nessun uomo che cammina frettolosamente, poche finestre aperte, negozi e bar chiusi, lampioni accesi e soprattutto non ci sono macchine in giro. Nemmeno quella di Geppo! Non si allarma. Sa che ci deve essere perché è ben sicuro di averla chiusa la mattina al suo arrivo. Inizia a girarsi intorno, a camminare disorientato ma si blocca improvvisamente...riconosce in negozio di giornali dove ha comprato la gazzetta, ancora da sfogliare tra l'altro...ma della macchina nessuna traccia. Vede un cartello, però, e con le lacrime agli occhi legge: “In questo punto è avvenuta la rimozione di un'auto. Il proprietario potrà trovarla nel corso di Via Panciatichi”. Geppo inizia a correre verso quella meta. Sapeva dove fosse perché il nome della via gli era rimasto impresso dal viaggio sull'autobus quella mattina.
La macchina stava lì, immobile, parcheggiata quasi sorridente se non fosse che qualcuno aveva applicato uno strano apparecchio ferreo giallo alla ruota anteriore sinistra. Geppo non demorde e pieno di speranza prova a rimuoverlo, ma non ci riesce. Ritenta, invano. Decide di chiedere aiuto. Nonostante la strada fosse deserta un camioncino con delle grosse spazzole roteanti la percorreva sondandola in tutti i suoi tratti come un metal detector e lasciando una scia bagnata. Sulla carrozzeria c'è scritto “Quadrifoglio, Firenze”. Geppo non perse tempo e si rivolse a loro con fare disperato. La macchina non era stata semplicemente spostata, ma rimossa dal carro attrezzi causa pulizia di quel sito stradale iniziata dalla mezzanotte di quella sera stessa. L'attrezzo alla ruota si chiama “ganascia” e ti impedisce di partire e viaggiare; essa può essere rimossa soltanto da chi l'ha applicata, ovvero dalla ditta del carro attrezzi ad un costo salato... ovvero 130 EURO! 90 per la rimozione notturna e 40 per il divieto di sosta.
Nel mentre che l'operatore gli spiegava come fosse andata la faccenda Geppo taceva e piano piano rimaneva allibito. Al concludersi riusce appena a sussurrare un triste ringraziamento e china la testa quando sente il motore del camioncino del lavaggio delle strade ripartire.
Geppo, addolorato tira fuori il portafoglio e conta i risparmi rimasti: 30 euro, non abbastanza. Inizia a camminare...a vagare...avrebbe potuto chiamare a casa per chiedere aiuto ma...troppa vergogna. Aveva detto a sua mamma e alla sua fidanzata che desiderava un giorno di piena libertà, addirittura lasciando il cellulare a casa volontariamente. Per la prima volta nell'arco della giornata sente la solitudine nelle ossa.
Arrivato in una strada più trafficata riesce a convincere un tassista a portarlo alla stazione per soli dieci euro. Geppo vorrebbe schiacciare un pisolino, ma un altro problema l'assale... ha bisogno del bagno. La carbonara ed il roastbeef stanno facendo reazione con il vino rosso ed il caffé provocando lo stomaco infinitamente...
Arrivato alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella si allieta quando intravede il salvifico cartello su cui scritto “Servizi Igienici binario 5”...” 'O icché la devo fare sui binari?!!' pensò. Ovviamente, il cartello indicava che i bagni erano presso il binario indicato, non a ridosso.
Eccoli lì a pochi passi, ma qualcosa ancora lo blocca...una porta scorrevole che si apre e si chiude all'ingresso dei pochi utenti notturni. Avvicinandosi Geppo nota che i signori bisognosi quasi toccano una specie di pulsante a ridosso della porta ed essa si apre automaticamente. Geppo lo tocca stringendo i denti, ma niente... e poi si rende conto di come stava realmente la faccenda: non è un pulsante, ma una fessura; non richiede una chiave...richiede l'inserimento di 1 Euro!!!
Indignato e sconvolto prende una moneta bronzo-argentata e la inserisce, si apre lo sportello e corre in bagno, dopodiché sono intimamente fatti suoi.
Geppo guarda i binari stanco e amareggiato aspettando l'Intercity notturno che lo porti a Prato, dopodiché dovrà immancabilmente chiamare a casa.
Si rivede nella sua giornata e riflette sul fatto che alla fine non ha commesso nessun reato particolare, non ha agito troppo istintivamente né sprovvedutamente. Ha semplicemente dato per scontato che ciò che per lui è semplice - parcheggiare dove c'è posto, bersi una birra in bottiglia su una panchina pubblica, andare in una trattoria e fare un pasto completo - fosse altrettanto semplice anche nelle società complesse, quali quelle di grandi città. In questo preciso istante si rende conto di aver commesso il suo più madornale errore! Non dare per scontato che è semplice vivere senza pretese, perché oggi anche questo costa molto!

Come abbiamo fatto ad abituarci ad una società così?


Lorenzo Querci

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