venerdì 9 maggio 2008

Occhi che non dovrebbero vedere

Probabilmente lo giudicherete scontato, ma mi sembra doveroso spendere due parole per questo personaggio, che con i suoi pensieri ha contribuito così tanto a rafforzare l'idea che la Mafia non dovrebbe esistere.
Oggi 9 maggio 2008, ricorre il 30°anno dalla morte di Giuseppe Impastato, vittima della Mafia, ovvero ucciso da sicari del boss mafioso Tano Badalamenti, fortunatamente defunto. La storia di Peppino è ormai nota (guardatevi i Cento Passi), ma credo non sia così noto l'amore per la vita che ha lasciato lo stesso giornalista nel piccoli paesi di Cinisi e Terracini. Esattamente due anni fa ebbi il piacere di recarmi appunto in Sicilia per assistere al forum antimafia di 6 giorni in onore di Peppino. Confesso che nonostante quasi un mese prima fosse stato arrestato Bernardo Provenzano, non si percepiva nell'aria l'odore di speranza, bensì di rinuncia. Questo sentimento fallimentare non si evocava dai vecchi al bar, o dai giovani qualunquisti per strada, bensì dagli stessi organizzatori del forum, ovvero il giovane gruppo di Radio Aut e dagli Amici di Peppino, ed in effetti la salita di Cuffaro al Parlamento Siciliano pochi giorni dopo non aiutò sicuramente a scalfire l'insicurezza.
Oggi, tre anni dopo, qualcosa almeno nel territorio siciliano pare sia cambiato: Cuffaro si è dovuto dimettere (la faccenda non è molto cambiata con il successo di Raffaele Lombardo - per info http://www.amopalermo.com ), Addio Pizzo sta crescendo e Libera è ancora in voga.
Come facciamo riflettere Tommy Cassiani ed io ai ragazzi del liceo scientifico, il problema non è quanto la Mafia si dissesti dal suo predominio dal territorio siciliano (e nazionale) , ma quanto il sentimento di Mafiosità progressivamente sfumi nelle mentalità dei siciliani. I ragazzi di Cinisi, mi fecero notare segnali angoscianti di rifiuto degli stessi abitanti per la manifestazione: finestre serrate durante il corteo, modesta partecipazione da parte delle scuole ai dibattiti (il preside non si palesò nemmeno per introdurlo) , sguardi diffidenti.
Alla domanda sul perchè la Mafia riesca a riprodursi si possono dare molteplici risposte ecomiche, politiche e sociali, ma chiediamoci come la Mafia si alimenta dal suo bacino. Quali sono i pezzi di carbone che le permettono di tenere viva la fiamma. La mentalità al suo peso. Conduce all'accondiscenza, all'accettazione, all'impotenza. Come cambiarla?
Dovremmo partire dai giovani, ma quale istituzione può agire a riguardo? Se pensiamo alla famiglia diventa sottile la linea che la può dividere dalla cosca mafiosa ( basti pensare che si sente comunque costretta a pagare il pizzo del negozio, ad esempio); la Chiesa potrebbe avere un suo ruolo (Don Puglisi - Alla luce del sole) se non fosse impiegata a reclutare parrocchiani e c'è da dire che non c'è mafioso che non sia fortemente cattolico; la Scuola dovrebbe agire fortemente a riguardo ponendo dei programmi scolastici particolari di rivalutazione del panoramo siculo odierno, ma come fare? All'incontro che feci con Salvo Vitale (l'amico di Peppino con i capelli rossi del film) si discusse sull'idoneità di un corso come quello di "educazione alla legalità e al senso civico", ma lui contestò sostenendo che più che Legalità bisognerebbe concentrarsi sull'Antimafia ed in effetti se la legalità scaturisce delle leggi, che derivano da negoziazioni di poteri forti, la Mafia avrebbe sicuramente un posto di rilievo nel tavolo delle trattative.
So di non essere stato molto incisivo. Si tratta di sfoghi, ripensamenti su esperienze passate. L'ovvietà talvolta lacera, ma in questo caso libera. Se ogni giovane prendesse carta e penna e scrivesse il suo concetto di presa di coscienza, forse la Mafia perderebbe molti adepti, perchè come è possibile non arrivare a dedurre, che sotto tutti quei favori che dona, sotto quelle protezioni\restrizioni che elargisce, non si intravede altro che...
...UNA MONTAGNA DI MERDA (G.I).

Ci sono occhi che non dovrebbero vedere, orecchi che non dovrebbero sentire, parole che non dovrebbero esser dette, ma alla base ci sono solo uomini.

Lorenzo Querci