venerdì 4 aprile 2008

Biutiful Cauntri

03/04/08
BiùTiFuL CAunTrI


Scrivere, trasmettere, diffondere, riflettere. Non sono altro che queste le azioni che mi restano da fare in questo momento per rincuorarmi di quello che ho visto questo pomeriggio. Parafrasando Lenin mi chiedo “Che fare?”.
Mi spiego meglio: oggi giovedì 3 aprile sono andato a vedere un film-documentario sulla situazione problematica dei rifiuti in Campania. Nonostante non fossi vergine di questo tipo di cinematografia e conoscessi un poco la faccenda grazie a Report ad esempio, non ho potuto placare l’angoscia che ha pervaso il mio stato d’essere. “Biutiful cauntri” non è solo una denuncia, ma un grido di disperazione. Se leggete un libro, navigate su Internet cercando di saperne di più sulla faccenda troverete sicuramente una vasta gamma di materiale, ma esso sarà comunque lontano da riprodurre la disperazione dipinta sui volti dei contadini che non vedono crescere le proprie pesche a causa delle polveri tossiche che le rivestono, o dei pastori di Acerra che assistono inermi alle morti delle loro pecore o delle loro bufale a causa della diossina, o ancor peggio dei padri che vedono consumarsi lentamente i propri figli affetti da tumori. Fa rabbrividire gli sguardi di questa povera gente che vede riempire lo spazio verde circostante da rifiuti tossici e non, piuttosto che da coltivazioni o pascoli. Nuvole di fumo nero provocato da falò di copertoni, mucchi di bidoni di ferro contenenti rifiuti tossici provenienti da fabbriche chimiche sparsi per tutto il territorio, ma soprattutto km di rifiuti di ogni generi scaricati lungo le strade, al punto da rendere risibile l’idea di una scampagnata o di un pic-nic. Tutto ciò non deriva dall’inciviltà della gente del luogo, bensì dal sistema ecocriminale gestito dai clan camorristici, che tutti i giorni scaricano tonnellate di rifiuti nelle pianure campane disinteressandosi delle conseguenze funeste. Si ipotizza che il guadagno dall’affare dei rifiuti, che coinvolge tutto il territorio nazionale visto che in grande quantità provengono dall’area industriale del Nord Italia, tenda ad eguagliare quello del traffico di stupefacenti, il problema è che mentre non tutti sniffano cocaina, tutti produciamo rifiuti, quindi la problematica concerne un altro tema morale ben profondo, l’indifferenza.
Il filmato che ho visto è talmente forte che credo nessuno possa rimanergli indifferente, ma la stragrande maggioranza della gente non potrà usufruire delle immagini che il documentario fornisce. Ed allora? Quali sono i canali che aiuteranno il singolo cittadino ignorante a non essere indifferente su quello che sta gettando? La televisione? Due mesi fa non si parlava di altro che del caso napoletano, ma adesso… niente. Tutti i rifiuti si sono dissolti nel nulla. La scuola? Potrebbe essere, se non fosse troppo impegnata a creare un sistema scolastico capace di non farci fare brutta figura davanti alla Comunità Europea. Necessitiamo di diffusione di immagini, narrazioni e considerando che la televisione di oggi ama i sensazionalisti e i piagnistei, nelle campagne campane ce ne sono in abbondanza, quindi teoricamente potrebbe essere un argomento adatto a quelle reti (Rai3 o La7) che talvolta propagano impegno giornalistico di denuncia, ma un ostacolo osteggia questo fenomeno: il coinvolgimento delle istituzioni. Nel documentario è palese l’assenza dello Stato italiano, come è palese il dominio delle cosche mafiose. Non credo che l’associazione sia casuale e non credo ci voglia un genio per capirlo. Ammetto che mi sono venute le lacrime ad osservare empaticamente le urla di un educatore ambientale nei confronti del Dott. Guido Bertolaso, che con aria indifferente prendeva la strada di casa dopo una visita ad una discarica fatiscente. “ Onorevole Bertolaso, i nostri figli muoiono. Noi ci ammaliamo. Che intendete fare?” “Innanzitutto sono un tecnico e non un politico e poi è mia la responsabilità se vi ammalate?”. Non credo ci sia da aggiungere altro. C’è abbastanza materiale per interpretazioni, no? .
Concludo con uno sfogo di un contadino che riassume quanto la faccenda ci coinvolga tutti indiscriminatamente: “Ci scagliamo contro la natura, ma essa si scaglia contro di noi con i suoi lamenti”…

L’angoscia mi impedisce di continuare…

Lore